Nella primavera del 2000, durante i lavori per la costruzione di un’autorimessa nel cortile dell’odierna Questura di Padova, vennero in luce i resti di un gruppo di strutture in legno e terra della prima età del Ferro (IX-VII secolo a.C.).
Nonostante importanti opere moderne avessero compromesso la conservazione del sito, è stato possibile indagare al meglio questo contesto attraverso una fondamentale opera di “archeologia urbana” nel cuore della città.
Due tra le più titolate cooperative di scavo che operano nel territorio di Padova si sono occupate dello scavo del sito: la ditta P.ET.R.A. e la ditta Geoarcheologi Associati.
L’area scavata da P.ET.R.A si è rivelata quella meno coinvolta dai lavori moderni.
E’ proprio da questa zona dello scavo, che è stata suddivisa in ben 5 “Settori”, che provengono le strutture e i materiali che sono analizzati nel nostro progetto.
Il sito, di eccezionale importanza per continuità di vita - dalla prima età del Ferro fino ad oggi -, mostra la presenza di artigiani impegnati in attività metallurgiche, tessili, ceramiche e di lavorazione della materia dura animale, come l’osso e il palco di cervo.
Le attività metallurgiche, nel corso dell’VIII e del VII sec. a.C. si svolgevano in un vero e proprio “laboratorio”, che è stato identificato durante lo scavo e chiamato “Settore 3”.
Questo atelier artigianale è stato utilizzato per un lunghissimo tempo e durante lo scavo è stato possibile riconoscere le diverse fasi di ristrutturazione e sistemazione di questo spazio.
Accanto alle attività produttive, nel sito della Questura si svolgevano le quotidiane attività domestiche, scoperte in quello che è stato definito “Settore 4” dello scavo.
I resti di un’abitazione sono stati messi in luce proprio a pochi passi dal laboratorio artigianale del “Settore 3”.